
Sicurezza sul lavoro, il preposto risponde penalmente se non vigila sulle misure di protezione: i chiarimenti della Corte di Cassazione penale
La Corte di Cassazione penale, con la sentenza n. 19428 del 24 maggio 2025, ha chiarito con fermezza la responsabilità del preposto in materia di sicurezza sul lavoro. Secondo la Corte, il preposto risponde di omicidio colposo se, pur non essendo direttamente coinvolto nella realizzazione materiale dell’opera pericolosa, omette di vigilare sul rispetto delle misure di sicurezza previste, come quelle indicate nel Piano Operativo di Sicurezza (POS) e nel Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC).
In particolare, la Corte ha sottolineato che il preposto ha un obbligo specifico di vigilanza e di segnalazione tempestiva di ogni condizione di pericolo, nonché delle carenze nei mezzi di protezione, ai superiori aziendali. La mancata attivazione di queste funzioni, che costituiscono una posizione di garanzia tutelata dalla norma (art. 19 del D.Lgs. 81/2008), configura una negligenza con rilevanti conseguenze penali.
La sentenza evidenzia che la presenza attiva del preposto durante operazioni critiche è imprescindibile per una corretta gestione dei rischi; ad esempio, non può essere tollerato il disarmo anticipato di strutture in calcestruzzo o altre attività interferenti e pericolose senza la sua vigilanza. Quando ciò accade, il preposto può essere ritenuto causa diretta dell’evento lesivo o mortale.
Va ricordato che, oltre alla vigilanza, il preposto ha il dovere di interrompere immediatamente le attività in caso di inosservanza delle norme di sicurezza e di informare i dirigenti e il datore di lavoro per l’adozione delle necessarie misure correttive. L’assenza di tali interventi integra la responsabilità penale, anche in assenza di potere decisionale diretto sull’organizzazione del lavoro.
Per i lavoratori iscritti al sindacato, è importante conoscere questo quadro normativo perché tutela la loro sicurezza e attribuisce chiarezza e rigore alle responsabilità in azienda. Ogni violazione delle norme di sicurezza da parte del preposto non è solo una negligenza informativa, ma può configurare un reato grave, fino all’omicidio colposo, e deve essere denunciata e perseguita con rigore.
La FESICA invita tutti i lavoratori a segnalare immediatamente ai rappresentanti sindacali ogni condizione di pericolo o inadempienza da parte dei preposti, affinché insieme si possa garantire un ambiente di lavoro più sicuro e rispettoso della vita e della salute di tutti.