Sassari. Assalto a portavalori, per Tramaglino sono 70 mila le guardie giurate non protette a dovere: “E’ un mattatoio, mobilitiamoci”
Dal territorio

Sassari. Assalto a portavalori, per Tramaglino sono 70 mila le guardie giurate non protette a dovere: “E’ un mattatoio, mobilitiamoci”

Feb 2, 2024

“Sono oltre sessantamila le guardie giurate in Italia non protette a sufficienza”. Ne è certo il segretario nazionale del comparto vigilanza privata della Fesica Confsal Lorenzo Tramaglino, che spiega: “Nei furgoni portavalori ci sono anche 5-6 milioni di euro alla volta e nessuna auto di scorta della polizia affiancata. Il mezzo portavalori è catalogato come mezzo civile, quindi non può neanche infrangere il codice della strada in caso di situazioni limite; non può ad esempio percorrere la corsia di emergenza in caso di traffico, non può superare il limite di velocità”.

“Negli anni sono state tante le azioni a tutela e rappresentanza del settore, ma poco è cambiato se non con l’introduzione dell’obbligo della doppia blindatura dei furgoni, perché in caso di assalto il mezzo deve resistere al taglio della lamiera almeno per 4 minuti … tempo medio per l’arrivo di una volante. Questo ”far west’ – continua il sindacalista – è destinato a procrastinarsi poiché le tecniche d’assalto diventano sempre più militari e pericolose e in tragedia può finire non solo la guardia giurata, ma anche chi in quel momento si trova nei dintorni”.

“Quanto ravviso è senz’altro un problema che riguarda tutti, ma lo Stato spesso se ne dimentica oppure si limita a stigmatizzare la questione lasciando la guardia giurata nel grande mattatoio degli assalti per mille euro al mese. L’ultimo ed ennesimo caso di Sassari, in cui si è consumato un assalto a tre portavalori a colpi di kalashnikov, deve far riflettere e come sindacato, a tutela delle guardie giurate, cerchiamo quotidianamente di portare alla ribalta i problemi atavici e irrisolti degli addetti che tanto rischiano in barba ai ai più. Ad ogni modo, per quanto ci riguarda, sono in previsione – conclude Lorenzo Tramaglino – delle mobilitazioni”.