Referendum 2025, per la Fesica Confsal Trieste è un segnale contro la precarietà ed il recupero delle tutele nel lavoro
Dal territorio

Referendum 2025, per la Fesica Confsal Trieste è un segnale contro la precarietà ed il recupero delle tutele nel lavoro

Mag 31, 2025

La posizione della FESICA CONFSAL di TRIESTE sui quesiti referendari del 2025 si fonda su una critica profonda e articolata all’evoluzione normativa che ha segnato il mercato del lavoro italiano negli ultimi trent’anni, a partire dall’abolizione delle leggi sul collocamento pubblico degli anni ’90 fino al Jobs Act del 2015. Questi interventi, giustificati con la necessità di superare rigidità percepite, hanno in realtà frammentato il lavoro in molteplici contratti precari, indebolendo la stabilità e il potere d’acquisto dei lavoratori e delle loro famiglie.

La Fesica Confsal denuncia come i sindacati maggioritari non abbiano contrastato con sufficiente determinazione questa deriva, spesso per ragioni di commistione politica con i governi che hanno promosso tali riforme. Tuttavia, questo non può essere un alibi per non prendere una posizione chiara nei referendum promossi dalla CGIL.

“In particolare, – afferma il dirigente Nino Martelli – la Federazione sostiene l’abrogazione del Jobs Act, che ha di fatto sostituito il contratto a tempo indeterminato con un modello a tutele crescenti, dove la reintegrazione in caso di licenziamento illegittimo è stata sostituita da un indennizzo economico spesso difficile da ottenere e insufficiente a tutelare realmente il lavoratore. Allo stesso modo, si chiede la cancellazione del tetto massimo per le indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese, ritenuto inadeguato sia come risarcimento che come deterrente per i datori di lavoro”.

“La FESICA Confsal denuncia inoltre – spiega Martelli – l’abuso dei contratti a termine, che possono durare fino a tre anni senza trasformarsi in contratti stabili, creando situazioni di precarietà insostenibili. Un caso emblematico riguarda un lavoratore di Trieste che, dopo aver trovato un impiego migliore a tempo indeterminato, si è visto chiedere un risarcimento sproporzionato per aver lasciato anticipatamente un contratto a termine, evidenziando l’assurdità del divieto di dimissioni anticipato in questi casi”.

La Federazione di Trieste sottolinea come “il sistema degli appalti in Italia sia spesso caratterizzato da sfruttamento e mancanza di responsabilità da parte di committenti e appaltatori, motivo per cui ritiene necessario abrogare la norma che esclude la responsabilità solidale per gli infortuni sul lavoro negli appalti, per garantire maggiore tutela ai lavoratori coinvolti”.

Fesica Confsal Trieste invita a vedere questi referendum non solo come un’occasione per ripristinare tutele perse, ma anche come un segnale politico contro la precarizzazione crescente e la perdita di diritti, ribadendo la necessità di un mercato del lavoro più giusto e sicuro per tutti.