Manovra finanziaria: verso la modifica dei fringe benefit ai lavoratori
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Manovra finanziaria: verso la modifica dei fringe benefit ai lavoratori

Set 5, 2024

Nuovo spazio per i fringe benefit ai lavoratori? Finita l’estate inizia il lungo cammino verso la Manovra finanziaria. Di solito, per l’Italia assomiglia più precisamente a una via crucis con il costo del debito pubblico che pesa come una spada di Damocle sui margini di Manovra.

Alla Legge di bilancio 2025, però, il Belpaese ci arriva con gli indicatori economici in salute, sintomo che quanto fatto finora va nella giusta direzione. Tante le misure adottate dall’esecutivo da allora, quasi tutte frutto di un principio: detassare il lavoro, soprattutto se riguarda i giovani e le madri. Avvicinandoci alla nuova Manovra, spunta l’ipotesi di rimodulare l’attuale sistema dei fringe benefit, modellandolo verso un tetto unico per tutti i lavoratori.

La soglia al vaglio della maggioranza, forte dei risultati ottenuti con la detassazione di questi strumenti, oscillerebbe tra 1.500 e 2.000 euro. La scorsa Manovra ha portato la soglia di esenzione dei fringe benefit a 2.000 euro per i lavoratori con figli a carico e a 1.000 euro per tutti gli altri. In quella occasione si è inoltre offerta la possibilità di usare i fringe benefit anche per pagare l’affitto o il mutuo prima casa.

L’idea è quella di proseguire nel solco già tracciato, anche se è ancora presto per tirare le somme: ”Prima della Manovra però sarà licenziato il piano strutturale di bilancio che deve passare dall’approvazione del Consiglio dei Ministri e soprattutto dall’approvazione del Parlamento con un procedimento simile a quello della Nadef e del Def, sarà esaminato e con il sistema delle mozioni, auspicabilmente, sarà approvato”, ha ricordato Federico Freni, sottosegretario all’Economia, a 24 Mattino su Radio 24.

I fringe benefit sono compensi non monetari che i datori di lavoro offrono ai propri dipendenti come parte del pacchetto retributivo. Questi benefici possono includere una vasta gamma di vantaggi, come auto aziendali, buoni pasto, assicurazioni sanitarie, piani pensionistici integrativi, abbonamenti a palestre e dispositivi elettronici. I principali tipi di fringe benefit variano per tipologia e valore, ma alcuni dei più comuni sono i buoni pasto, le coperture assicurative e le auto aziendali.

Per i datori di lavoro, i fringe benefit rappresentano un vantaggio fiscale, poiché alcune di queste prestazioni sono parzialmente o completamente esenti da tasse, riducendo così il costo complessivo del lavoro. Inoltre, questi benefici aiutano a migliorare la soddisfazione e la fidelizzazione dei dipendenti, attrarre talenti e aumentare la produttività. Dal punto di vista dei lavoratori, i fringe benefit offrono vantaggi tangibili che migliorano la qualità della vita e il benessere personale, come l’assicurazione sanitaria o i buoni pasto. I dipendenti apprezzano particolarmente questi strumenti poiché incrementano il valore del loro pacchetto retributivo netto senza aumentare l’imposta sul reddito. Secondo diverse indagini, i lavoratori vedono i fringe benefit come un’importante componente della retribuzione complessiva e sono più motivati e fedeli quando ricevono tali benefici. Nel contesto italiano, i fringe benefit hanno ricevuto particolare attenzione con le recenti politiche di detassazione.  

Il Decreto Aiuti-bis, entrato in vigore il 10 agosto 2022, ha portato la soglia di detassazione dei fringe benefit da 258,23 euro a 600 euro, prima di un ulteriore incrementata a 3.000 euro per il medesimo periodo d’imposta, come previsto dal Decreto Legge Aiuti quater.

Nel 2023 la soglia esentasse è tornata a 258,23 euro, salvo che per i dipendenti con figli a carico , in favore dei quali il Decreto Lavoro ha prorogato, per il 2023, l’innalzamento della soglia di esenzione a 3.000 euro. L’ultima Manovra, infine, ha innalzato la soglia fino a 1.000 euro per tutti i lavoratori dipendenti e fino a 2000 euro per chi ha figli a carico. Questo significa che i datori di lavoro possono offrire ai propri dipendenti fringe benefit fino a tale importo senza che questi siano soggetti a tassazione.

La misura, pensata per sostenere le famiglie e incentivare il welfare aziendale, include anche il rimborso delle utenze domestiche, rendendo questi benefici non solo un modo per aumentare la retribuzione netta dei lavoratori, ma anche uno strumento di supporto al reddito familiare in un periodo di inflazione. Per i datori di lavoro, la detassazione dei fringe benefit rappresenta un’opportunità per offrire ai dipendenti un pacchetto retributivo più competitivo senza incrementare i costi del lavoro in modo proporzionale. Allo stesso tempo per i lavoratori, la possibilità di ricevere un importo esentasse fino a 3.000 euro in fringe benefit è un vantaggio concreto, particolarmente apprezzato per la sua capacità di aumentare il potere d’acquisto senza pesare sull’imposizione fiscale.

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