LAVORO, MARIANI (FESICA): “RIPARTIAMO DALLA PROPOSTA DI LEGGE DIMENTICATA. ORA SERVE IL REATO DI MORTE SUL LAVORO!”
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LAVORO, MARIANI (FESICA): “RIPARTIAMO DALLA PROPOSTA DI LEGGE DIMENTICATA. ORA SERVE IL REATO DI MORTE SUL LAVORO!”

Mag 8, 2025

“Si continua a morire sul lavoro quasi ogni giorno. Ancora vite spezzate, famiglie distrutte. E ancora una volta, l’Italia si sveglia troppo tardi, o finge di non vedere. Questa non è più una semplice emergenza. È una vergogna nazionale. È un fallimento culturale, politico e istituzionale. È la normalizzazione di un bollettino di guerra che si consuma ogni giorno nei cantieri, nelle fabbriche, nei magazzini, nei campi”. 

Lo afferma il segretario generale del sindacato Fe.s.i.c.a. Bruno Mariani, che si è detto “indignato”: “È ora di dire le cose come stanno, morire di lavoro in Italia non è una fatalità, è una colpa. Ed è una colpa che ha dei responsabili. È una colpa che non può più restare impunita. Serve il reato di omicidio sul lavoro. Ora. Non domani. Non dopo un’altra strage. Ora – continua –. La politica ha avuto l’occasione e l’ha sprecata. Durante la XVIII legislatura fu depositata una proposta di legge sacrosanta a cui lavorammo: l’introduzione dei reati di “lesioni personali colpose gravi o gravissime sul lavoro” e di “morte per inosservanza colposa delle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro”.

“Quella proposta portava la firma, tra gli altri, di esponenti di Fratelli d’Italia oggi di governo. Era un testo giusto, condivisibile, concreto. Eppure si è arenato in Commissione, inghiottito dalle sabbie mobili dell’indifferenza o forse dalle eccessive trame politiche di chi stava in maggioranza. Oggi, alla luce delle continue morti sul lavoro, quella proposta di legge – spiega il sindacato autonomo della Fe.s.i.c.a. – deve tornare sul tavolo. Va riabilitata. Va approvata. Va trasformata in legge. Perché è necessaria. Perché è giusta. Perché è civile. Per questo abbiamo scritto al premier Meloni, al ministro Calderone, al ministro Lollobrigida perché ne fu primo firmatario durante la scorsa legislatura, ai presidenti della Commissioni lavoro di Camera e Senato Rizzetto e Zaffini, al presidente  Inail D’Ascenzo ed al direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro Papa”.

“La Fe.s.i.c.a. rivendica il valore di quella Pdl-battaglia dimenticata, chiediamo con forza che si smetta di girare la faccia. Il lavoro deve essere dignità, non condanna a morte. Non ci accontentiamo più delle solite frasi di cordoglio, dei minuti di silenzio, dei fiori sui cantieri. Degli impegni presi e non mantenuti. Pretendiamo responsabilità. Pretendiamo giustizia. Pretendiamo che chi muore sul lavoro non venga sepolto due volte: prima sotto le macerie, poi sotto l’oblio. Chi non rispetta le norme di sicurezza, chi risparmia sulla vita dei lavoratori, deve rispondere penalmente. Non è vendetta, è giustizia” conclude Bruno Mariani della Fe.s.i.c.a.

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