
Infortuni mortali in itinere in aumento: la Fesica rilancia la proposta per un piano nazionale integrato di sicurezza e mobilità aziendale
“I dati INAIL del 2025 confermano un trend preoccupante: gli infortuni mortali in itinere sono aumentati del 30% rispetto allo scorso anno, con 107 decessi solo nei primi cinque mesi dell’anno. Un campanello d’allarme che non possiamo ignorare”.
Questa la tesi della Fesica nazionale che, spiega, come i dati confermano che gli infortuni mortali in itinere sono una ferita aperta del nostro sistema di sicurezza sul lavoro.
“Interventi come la nomina obbligatoria del mobility manager e la formazione specifica rappresentano strumenti utili per affrontare questo problema; strumenti su cui associazioni come Aifos, hanno più volte richiamato l’attenzione -per il loro ruolo- nel migliorare la mobilità aziendale e ridurre il rischio di incidenti. Tuttavia, – spiega la Fesica – è evidente che questi passi, pur importanti, siano solo una parte della soluzione. Serve una strategia più ampia e rigorosa, dove il lavoratore non sia lasciato solo a gestire i rischi quotidiani nel tragitto casa-lavoro”.
“Tuttavia, va detto con chiarezza che la responsabilità non può ricadere solo sui lavoratori: serve un impegno diretto delle imprese e delle istituzioni per mettere in campo politiche di sicurezza e prevenzione realmente efficaci”.
“Non basta quindi aumentare la consapevolezza individuale: chiediamo norme più rigorose che obblighino le aziende a garantire condizioni di spostamento sicure per tutti i lavoratori, anche su percorsi casa-lavoro, e investimenti concreti nella manutenzione delle infrastrutture e nella modernizzazione della mobilità”.
“Il lavoro agile, inoltre, deve essere rivalutato come strumento strategico per diminuire i rischi in itinere, non solo durante emergenze sanitarie, ma come prassi a tutela della vita dei lavoratori. Sollecitiamo un piano nazionale integrato di prevenzione che coinvolga tutti i soggetti istituzionali, datoriali e sindacali, in cui la sicurezza stradale diventi parte integrante della salute e sicurezza sul lavoro”.
“I numeri parlano chiaro: prevenire gli incidenti in itinere significa salvare vite, garantire dignità al lavoro e costruire un Paese più sicuro per tutti”, conclude la Fesica nazionale.