
Emergenza caldo: tutte le misure adottate per l’estate 2025 a tutela dei lavoratori
Le Linee di indirizzo della Conferenza Stato-Regioni rappresentano il riferimento nazionale per la prevenzione del rischio da calore e radiazione solare nei luoghi di lavoro. Questi documenti guidano i datori di lavoro nella valutazione e gestione del rischio, promuovendo il miglioramento continuo delle condizioni di lavoro e garantendo il diritto a un ambiente sicuro
L’estate 2025 si sta confermando tra le più calde degli ultimi decenni, imponendo a Regioni, enti e istituzioni l’adozione di provvedimenti straordinari per la tutela della salute dei lavoratori esposti alle alte temperature. In assenza di una regia nazionale unitaria, le principali Regioni italiane hanno emanato ordinanze specifiche, seguendo le Linee di indirizzo per la protezione dei lavoratori dal calore e dalla radiazione solare approvate dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome.
Sono 13 le Regioni che hanno adottato provvedimenti ufficiali: Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Toscana, Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria, Basilicata, Liguria, Sicilia e Sardegna. Entro la settimana si aggiungeranno le Marche. Le ordinanze, con alcune differenze locali, condividono un principio fondamentale: nei giorni classificati a rischio elevato di caldo (bollino rosso), è vietato il lavoro manuale all’aperto nelle ore più calde, generalmente tra le 12:30 e le 16.
Un lavoratore può verificare i giorni classificati a rischio elevato di caldo consultando la piattaforma online Worklimate, sviluppata da INAIL e CNR. Questo portale fornisce, in tempo reale, le previsioni di rischio di esposizione occupazionale al caldo per ogni singola città italiana e per specifiche condizioni di lavoro, come l’attività fisica intensa all’aperto nelle ore centrali della giornata.
Tornando a prima, la misura riguarda in particolare i settori dell’edilizia, dell’agricoltura, del florovivaismo e della logistica (per le attività svolte su piazzali scoperti). Sono invece escluse dal divieto le attività urgenti e di pubblica utilità, come gli interventi di Protezione civile, purché vengano adottate tutte le misure di prevenzione previste dai protocolli di settore.
Oltre alla sospensione delle attività nelle ore più calde, le ordinanze e le linee guida istituzionali raccomandano ai datori di lavoro una serie di azioni concrete:
- Rimodulazione degli orari di lavoro, privilegiando le fasce più fresche della giornata (mattina presto o tardo pomeriggio);
- Allestimento di aree ombreggiate e rifornite di acqua fresca per le pause dei lavoratori;
- Distribuzione di acqua potabile e introduzione di pause regolari per prevenire la disidratazione;
- Fornitura di abbigliamento adeguato (cappelli a tesa larga, abiti leggeri, occhiali da sole);
- Formazione specifica sui rischi legati al caldo e sui sintomi da colpo di calore, anche in più lingue per i lavoratori stranieri;
- Obbligo per il datore di lavoro di valutare il rischio da esposizione al caldo, come previsto dall’art. 181 del D. Lgs 81/08.
Si segnala inoltre che è attivo il servizio telefonico gratuito 1500, messo a disposizione dal Ministero della Salute in sinergia con l’Inail fornisce ai cittadini informazioni su come affrontare il caldo e sui comportamenti corretti da adottare nei luoghi di lavoro (consulta il sito per saperne di più).
RF