Sentenza Corte Costituzionale: fine delle esclusioni sindacali ingiuste
Nazionali Sentenze

Sentenza Corte Costituzionale: fine delle esclusioni sindacali ingiuste

Ott 31, 2025

Libertà sindacale rafforzata, la Corte apre alle “nuove” Rappresentanze Sindacali Aziendali

Nella giornata di ieri, 30 ottobre 2025, la Corte Costituzionale ha emesso una sentenza (n.156/2025) di grande rilievo, dichiarando incostituzionale l’articolo 19, primo comma, della legge 300/1970 (Statuto dei Lavoratori).

La norma, fino a ora, impediva che le RSA potessero essere costituite nell’ambito dei sindacati comparativamente più rappresentativi a livello nazionale, se questi non avevano firmato il contratto collettivo applicato in azienda né partecipato alle relative trattative.

Questa decisione riconosce finalmente il diritto dei lavoratori di costituire la propria rappresentanza sindacale sulla base della reale rappresentatività e dell’efficacia dell’azione sindacale svolta, aldilà di una limitazione formale che per troppo tempo ha escluso sindacati radicati nei luoghi di lavoro. Una situazione che ha causato ingiustificati danni, impedendo la piena espressione della libertà sindacale e l’accesso a tutele rafforzate, e che ha alimentato dinamiche discriminatorie da parte di aziende, spesso orientate a favorire solo alcune sigle sindacali a scapito del pluralismo e della libertà di scelta dei lavoratori.

La rigidità normativa precedente ha quindi prodotto un’inaccettabile disparità di trattamento, non solo fra organizzazioni sindacali, ma soprattutto nei confronti dei lavoratori, privati di una rappresentanza pienamente rappresentativa delle loro istanze e interessi.

La Corte ha sottolineato, dunque, come tale assetto fosse contrario ai principi fondamentali di ragionevolezza, uguaglianza e pluralismo sanciti dalla Costituzione, affermando con forza che la rappresentatività reale deve essere il criterio preminente per riconoscere il diritto di costituire RSA e accedere a tutele specifiche. Questo riconoscimento non si limita a un’esigenza formale, ma riveste un valore sostanziale, perché tutela la libertà sindacale e garantisce un confronto sindacale più coerente con le concrete realtà aziendali e sociali. L’apertura alle associazioni sindacali più rappresentative sul piano nazionale, anche se non firmatarie del contratto applicato, rappresenta dunque una svolta volta a risanare un vulnus costituzionale evidente, aprendo la strada a una maggiore democrazia sindacale e tutela dei diritti dei lavoratori.

La sentenza della Consulta rappresenta sicuramente un passo avanti cruciale che richiede ora, probabilmente, un intervento legislativo adeguato per definire criteri chiari e inclusivi, capaci di garantire la piena efficacia di questo principio nel sistema delle relazioni industriali. Il riconoscimento in toto di tale rappresentatività costituisce infatti un potente strumento per evitare esclusioni arbitrarie e assicurare un equilibrio più equo e dinamico tra le parti sociali nei luoghi di lavoro, nel rispetto della Costituzione e della realtà effettiva della rappresentanza sindacale.

Rogero Fiorentino

(fonte foto: uff stampa Consulta)