Trieste, guadiafuochi negli ospedali: proclamato lo stato di agitazione
La Fesica regionale comunica di aver proclamato, quale organizzazione maggiormente rappresentativa nel comparto, lo stato di agitazione degli addetti guardiafuochi operanti negli Ospedali gestiti dalla ASUGI (Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina) e in particolare agli ospedali triestini di Cattinara e “Maggiore” e al San Polo di Monfalcone. E ciò in relazione ai trattamenti economici davvero bassi e insufficienti – con retribuzioni di meno di 800 Euro netti al mese e inferiori persino rispetto ai “minimi” previsti dall’articolo 36 della Costituzione italiana ! -, nonché alla carenza delle condizioni di sicurezza in cui lavorano giornalmente gli operatori suddetti, alla dipendenza del servizio di vigilanza antincendio delle aziende “Phos” e “CMB” operanti in regime di appalto pubblico nei suddetti siti ospedalieri.
In merito, la Fesica-Confsal, con l’azione coordinata di tutti i suoi rappresentanti nel settore (dal Segretario regionale Filippo Caputo, al dirigente dell’Ufficio Vertenze Antonino Martelli, al rappresentante Rsa aziendale Marco Zaccaria), è decisamente quanto accuratamente intervenuta, richiedendo e quindi effettuando, nelle scorse settimane, ripetuti e approfonditi incontri e colloqui con tutti gli “attori” delle controparti interessate, dalle società gestrici dell’appalto alla “stazione appaltante” (ASUGI e ARCS-Azienda Regionale di Coordinamento per la Salute), discutendo, con i diversi livelli e uffici di competenza, tutti gli aspetti di criticità degli inadatti o insufficienti contratti in essere, per i quali è stata sostenuta la necessità di una loro sostituzione con strumenti contrattuali più adeguati o, quantomeno, una loro profonda revisione.
A seguito però delle mancate risposte di entrambe le controparti interessate, probabilmente dovute anche a talune incertezze o scarse conoscenze procedurali-contrattuali – come i rappresentanti della Fesica-Confsal hanno potuto constatare nel corso dei colloqui -, e valutando l’inaccettabilità delle ipotesi di ulteriori rinvii sine die, a fronte dei forti disagi che i dipendenti denunciano quotidianamente, il sindacato non ha potuto che responsabilmente proclamare lo “stato di agitazione” del personale, quale “primo segnale” in vista di ulteriori e più decisive azioni ove la situazione non si dovesse sbloccare.
Di un tanto la Fesica ha informato i Prefetti di Trieste e di Gorizia, il Direttore Generale dell’ASUGI e i competenti dirigenti dell’Azienda, la Commissione di Garanzia per gli scioperi e le società appaltatrici del servizio. Contestualmente ha dato mandato ai propri legali di provvedere all’apertura di un’azione presso il competente giudice del lavoro.
“Con ciò la Fesica – dichiara il Segretario regionale Caputo -, pur restando disponibile a qualsiasi concreta e utile proposta che dovesse nel frattempo intervenire dalle controparti, intende tuttavia procedere con determinazione in quell’azione di tutela dei giusti diritti e necessari miglioramenti delle condizioni di vita e di lavoro degli operatori “guardia fuochi” antincendio del Friuli Venezia Giulia, che ha già avuto una significativa adesione dei lavoratori interessati e che proseguirà fino a che non si conseguiranno i concreti risultati di cui c’è un essenziale bisogno”.