“Entro il giorno 15 settembre 2022 ore 23.59 il termine perentorio entro e non oltre il quale tutte le strutture sanitarie accreditate dalla Regione Umbria dovevano presentare, tramite piattaforma telematica regionale, le istanze di rinnovo/mantenimento dell’accreditamento, ovvero le integrazioni istruttorie già richieste relativamente alle istanze di accreditamento di rinnovo/mantenimento presentate a mezzo PEC”. Lo scrive in una nota, Carmine Camicia, Fesica Confsal Umbria, aggiungendo che decorso inutilmente il termine gli accreditamenti vigenti dovranno essere considerati scaduti e pertanto non più validi”.
“Tutte le proroghe sono scadute e pertanto – spiega Camicia – chi ha presentato l’istanza attraverso la piattaforma Regionale potrà ancora considerarsi temporaneamente accreditata, chi non ha presentato la domanda non sarà più considerata struttura accreditata dalla Regione Umbria e dalle aziende sanitarie pubbliche. Si auspica che la Regione renda noto prima possibile il nome delle strutture che non devono più essere considerate accreditate”.
“La nostra Federazione sindacale– continua Carmine Camicia -, ritiene che molte strutture preferiranno rinunciare all’accreditamento, poiché la nuova piattaforma oltre ad essere complessa con audit vari è anche molto onerosa. La Regione tra l’altro alle strutture accreditate, difficilmente consente convenzionamenti poiché a bilancio c’è ben poco. Ai laboratori d’analisi, la Giunta ormai come badget non dà più nulla, pertanto, chi ha esenzioni o è indigente può accedere alle strutture private solo se paga, indipendentemente dalle esenzioni varie. Questo crea una forte discriminante tra chi se lo può permettere economicamente e chi no. Ormai questa strada la Regione la sta percorrendo a 360 gradi perché finita l’era dell’extramoenia (oggi funziona l’intramoenia) cioè come saltare le liste di attesa lunghe. I cittadini sono costretti a scegliere il medico che pratica l’intramoenia, ma non finisce qui perché se il medico consiglia un intervento chirurgico, come per esempio una o due cataratta, visto che anche li vi sono liste di attesa lunghissime, l’unica strada percorribile per il povero cittadino è quella dell’intervento a pagamento sempre nella struttura sanitaria pubblica. Se gli Stati Uniti d’America erano un pessimo esempio in campo sanitario – conclude Camicia -, oggi il nostro paese lo sta superando lasciandola a debita distanza. In tanti conoscono questa situazione ma preferiscono girarsi dall’altra parte”.