Nell’annunciare l’avvenuto deposito al Tribunale di Trieste di un ricorso relativo all’ormai diffusamente nota vicenda dell’appalto dei servizi museali affidato dal Comune alla società privata Euro&Promos S.p.A. di Udine, questione che ha finalmente attirato in questi ultimi giorni, per i suoi discutibili aspetti, anche l’attenzione di diverse forze politiche cittadine, la Fesica Confsal, ritiene utile, informandone la stampa e tramite essa l’intera cittadinanza, fissare alcuni punti essenziali di chiarezza. Una chiarezza che diviene opportuna e necessaria riscontrando come anche in alcuni esponenti politici vi siano ancora talune perplessità e incertezze su una situazione che è invece semplicissima nella sua “linearità”; consistente in sostanza nel fatto che l’Amministrazione Comunale eroga milioni di euro per un appalto che nelle premesse dovrebbe consentire dei risultati a livelli di eccellenza, consoni alla grande tradizione culturale e museale della nostra città, mentre, invece, i frutti sono ben che deludenti, in carenza di controlli da parte dell’Ente, per di più con i dipendenti trattati a livelli di sfruttamento, e pertanto con una forte ipotesi di spreco di denaro pubblico. Contraddizioni gravi e “nodi” che appaiono ben che evidenti e che la politica cittadina “in primis” dovrebbe, nel suo insieme, al di sopra e al di là delle parti, decidersi ad affrontare e risolvere.
In tal senso, la Fesica Confsal, mai interessata alle vuote dichiarazioni d’intenti e al “politichese”, ma solo a perseguire, fino in fondo – come ogni sindacato dovrebbe fare -, l’interesse concreto dei lavoratori, al di là ogni “prudenza” ed eventuale “simpatia” politica, ha ritenuto opportuno e doveroso, dopo aver inutilmente chiesto un incontro al Comune, segnalare a quel punto senza ulteriori esitazioni agli organi competenti le gravi problematiche sussistenti nell’appalto affidato dal Comune stesso (pur a guida di “centro-destra”) a una società (il cui vertice sociale fa pure esso riferimento al “centro-destra” regionale); allo stesso modo – e sempre nel segno del primario interesse sociale dei lavoratori – la Fesica Confsal ha ritenuto necessario coinvolgere tutte le forze politiche, al di là di schieramenti ed etichette, nel tentativo di ricercare una possibile soluzione, onorevole e positiva per tutti, e in primo luogo per i dipendenti della Euro&Promos oggi bistrattati.
Nel dettaglio: dopo le denunce già effettuate all’Ispettorato del Lavoro nei confronti della Euro&Promos S.p.A. riguardo alle irregolarità contrattuali rilevate, sensibilmente penalizzanti per i dipendenti, nonché alla Corte dei Conti nei confronti del Comune con l’ipotesi di spreco di denaro pubblico, stanti gli importi milionari previsti dall’appalto e la palese non corrispondenza con la sua concreta applicazione, ora si è proceduto – anche in questo caso come già ampiamente preannunciato, con totale trasparenza e onestà intellettuale – al deposito di un ricorso in sede giudiziaria, presso la Sezione Lavoro del Tribunale di Trieste. Intendendo con tale azione giungere a una decisiva verifica, tramite decisione del Giudice, sulla corrispondenza o meno di quanto richiesto e previsto dal Capitolato d’appalto, con il contratto applicato ai dipendenti e, infine, con le mansioni a essi imposte ed effettivamente svolte; e ciò in particolare per stabilire se sia congruo (noi riteniamo ovviamente di no!) per un lavoro dove vengono chiesti servizi anche complessi, di sorveglianza, biglietteria, bookshop e assistenza al pubblico financo con illustrazione dei reperti esposti e pure in lingua inglese, il compenso irrisorio di 5 Euro lordi all’ora, prossimo alla soglia di povertà e inferiore persino al “reddito di cittadinanza”(!); o se sia viceversa più adeguato alle suddette mansioni e a una normale giustizia e correttezza aziendale (e politica! non dimenticando che questi lavoratori operano alla fine per gli Istituti culturali del Comune e per il miglior “volto” della città tutta!) un contratto come quello di FederCultura, obiettivo per il quale la Fesica Confsal si batte, assieme ai lavoratori museali, e che è già stato adottato in diverse città italiane.
Su tutti questi aspetti – e, come detto, senza esclusioni o prevenzioni di sorta – la Fesica Confsal, constatate l’assenza e il silenzio dell’Amministrazione Comunale a ogni richiesta d’incontro, ha lanciato un appello al dialogo a tutte le forze politiche, dalla destra alla sinistra, aprendo una positiva interlocuzione, con colloqui o incontri nelle rispettive sedi e riscontrata disponibilità a collaborare fattivamente, e ciò in particolare con i dirigenti del Partito Democratico, con i rappresentanti in Consiglio Comunale di Adesso Trieste (Riccardo Laterza e Kevin Nicolini), e, ancor più specificamente, con Alessandra Richetti (M5S) presidente della Commissione consiliare per la Trasparenza e con Manuela Declich (Lega) anche nella sua veste di presidente della competente 5° Commissione consiliare cultura, attività educative e ricreative e sport, che hanno dimostrato un ampio interesse.
Questa – assieme a una riuscita raccolta di firme di solidarietà fra i cittadini e i turisti in visita ai musei, e i numerosi incontri tenuti con i dipendenti – l’intensa attività fin dall’inizio avviata e fin qui portata avanti dalla Fesica Confsal – in solitudine sindacale va detto, stante che altre sigle (pur presenti fra il personale museale di Euro&Promos, come Cgil e Ugl) hanno evidentemente preferito disinteressarsi dell’argomento e della sorte di questi lavoratori -; un’attività che noi della Fesica intendiamo senz’altro ancora proseguire, senza tentennamenti, com’è nella tradizione Confsal, fino alla piena e completa definizione e chiarificazione della vicenda, si concluda essa con un sempre auspicabile accordo oppure con la contrapposizione e il giudizio finale in Tribunale !
E proprio a proposito di questa lunga, complessa e impegnativa serie di iniziative che, dapprima in solitudine e ora confidiamo anche con qualche positivo “ascolto”, la Fesica Confsal aveva avviato, ormai molti mesi fa, raccogliendo il “grido di dolore” e la richiesta d’aiuto di lavoratori che si sentivano abbandonati da tutti, ci sia infine consentito rilevare – in base al classico principio del “A ognuno il suo” -, in riferimento ad alcuni recenti interventi sugli organi di informazione – dove molto bene erano citate date e tappe della vicenda, ma stranamente senza mai citare il “motore” di tutto ciò -, come solo e soltanto il Sindacato autonomo sia stato il vero protagonista di questa battaglia, nel silenzio degli altri sindacati che pure abbiamo ripetutamente cercato e cerchiamo ancora di coinvolgere.
Ma ora, comunque sia, ciò che per noi conta davvero è, alla fine, non tanto la nostra “bandierina” ma l’interesse superiore dei lavoratori e la vittoria finale delle loro giuste istanze, economiche e di riconoscimento della dignità loro e del loro ruolo.
E in tal senso rivolgiamo ancora un appello alle forze politiche tutte, alla stessa Amministrazione Comunale, al Sindaco, alla società affidataria, a finalmente agire o a modificare gli atteggiamenti sterilmente negativi fin qui tenuti, e quindi a convocare e ascoltare il Sindacato consentendoci di illustrare una nostra proposta utile alla soluzione della questione. Poiché abbiamo sempre ritenuto che “la politica” debba necessariamente ritrovare questa funzione “alta” nella composizione delle situazioni sociali più difficili, che non possono venir lasciate in esclusiva ai funzionari, pur se tecnicamente competenti.
E non dovrebbe, “la politica”, abdicando e dimettendosi dal suo ruolo, lasciare che resti solo il Tribunale l’unica sede dove poter trovare finalmente una speranza di giustizia.