Vigilanza privata, le Guardie Giurate vogliono diritto!

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Vigilanza privata, le Guardie Giurate vogliono diritto!

di Carmelo Cosentino (Segr. Prov. Pavia)

Nell’ultimo quinquennio la vertenza sulla vigilanza privata si è fermata e arenata quasi al punto di partenza. Poco o nulla è stato intrapreso dalle parti per sbloccare e far ripartire la trattativa nell’ultimo anno. Le associazioni datoriali hanno mantenuto le loro posizioni senza arretrare neanche di fronte alle agitazioni e gli scioperi messi in atto. La loro arroganza continua ad essere supportata dalla difficile situazione sanitaria e politica, il conto da pagare è alto e ad esclusivo carico dei lavoratori. Tuttavia, l’azione delle segreterie di categoria continua ad essere scarsa e inefficace, si è creata una spaccatura importante che mette a dura prova la fiducia dei lavoratori nei confronti dei rappresentanti sindacali del settore.

Si allontana sempre più una soluzione congrua alle aspettative, giusta per la riaffermazione dello stato di diritto, della dignità salariale (già sotto il limite dell’art.36 della Costituzione) e delle normative più stringenti, alcune già presenti nel vigente contratto Vigilanza che, nonostante la maggior parte siano ampiamente a favore delle parti datoriali, vengono costantemente violate per insufficienza di controlli e per l’illegalità dilagante.

Nel corso degli anni le aziende hanno usufruito di enormi vantaggi e incrementato i fatturati, sono, e restano i solo beneficiari di una trattativa ferma su un binario morto. Non è più accettabile che il nostro futuro sia assoggettato a politiche di comodo di alcune parti sindacali e datoriali, non è più accettabile che le istituzioni chiamate in causa in questi anni restino in silenzio di fronte alla mattanza delle aziende che continuano, senza vergogna, a perpetrare l’illecito e lo sfruttamento.

Il settore della vigilanza privata e dei servizi fiduciari stanno attraversando una stagione di instabilità occupazionale dovuta non solo al sistema dei continui cambi appalto, ma anche all’insieme di comportamenti tenuti dagli istituti di vigilanza che disattendono ripetutamente regole e leggi: oggi le Guardie Giurate sono oltre 100 mila, una forza di polizia privata che combatte la piccola criminalità, forse la più pericolosa.

Nell’ultimo quinquennio le vertenze si sono fermate; arenate quasi al punto di partenza nonostante i lavoratori e le lavoratrici rappresentati sono delusi, indignati e stanchi. Poco o nulla è stato intrapreso dalle parti per sbloccare e far ripartire la trattativa per dare una giusta dignità a questa Categoria.

Le associazioni datoriali hanno mantenuto e mantengono le loro posizioni senza arretrare neanche di fronte ad agitazioni e scioperi messi in atto. La loro arroganza continua ad essere supportata dalla difficile situazione sanitaria e politica, il conto da pagare è alto e ad esclusivo carico dei lavoratori, ma per essi avere una licenza di vigilanza è forse creare miniere d’oro.

Tuttavia, le azioni dei Confederali di categoria continuano ad essere scarsi ed inefficaci, non dando giusta informazione a coloro che operano nel settore. Loro convivono con parti di aziende, tanto che si è creata una spaccatura importante che sta mettendo a dura prova la fiducia dei lavoratori nei loro confronti.

Servirebbe un elenco delle guardie giurate presso l’ufficio del lavoro e far sì che si “obbligassero” le aziende ad assumere ex guardie giurate iscritti all’elenco. Basterebbe che tutti i prefetti si attivassero con un decreto legge; questo servirebbe a non fare circolare più armi di quelli che ci sono. Portare inoltre sul tavolo del Ministro del Lavoro un tariffario minimo unico in modo che tutti gli istituti di vigilanza applichino lo stesso  mettendo fine alla concorrenza sleale che poi ricade a danno dei lavoratori: non è più accettabile che il futuro delle guardie Giura sia assoggettato a politiche di comodo di alcune parti sindacali e datoriali, non è più accettabile che le istituzioni chiamate in causa in questi anni restino in silenzio di fronte alla mattanza delle aziende che continuano, senza vergogna, a perpetrare l’illecito e lo sfruttamento.

Oggi si gioca con contratti di portierato e contratti di vigilanza mischiando il tutto solo per riempire le casse e far fatturato.

Proprio i cambi appalto mettono a rischio sia l’occupazione ma anche la corretta applicazione dei livelli contrattuali e vengono attivati dimensionamenti anche economici che procurano una perdita salariale di circa il 30 per cento. Nel settore convivono due modelli di imprese: i grandi istituti che puntano ad accordi e partenariati per conto di clientele istituzionali, ed imprese di ridotte dimensioni e localizzate sul territorio rivolte a clientele spiccatamente private e di nicchia. E così la concorrenza sleale si attua attraverso l’aggiudicazione degli appalti al massimo ribasso!

Bisogna costruire un percorso che vada verso la sottoscrizione di un protocollo istituzionale di tutti gli attori coinvolti che condividano nuove regole certe e cogenti, che tutelino i lavoratori e le lavoratrici e soprattutto restituiscano alla collettività un servizio di qualità trasparente. Questo e quello che le guardie giurate vogliono, diritto !!!