Nell’interesse dei lavoratori coinvolti, le OO.SS hanno deciso di non sottoscrivere l’accordo “ponte generazionale”
“Mercoledì scorso è proseguito l’incontro per la definizione dell’accordo relativo al ricambio generazionale richiesto dall’Azienda”. Lo dice il Vice segretario generale della Fesica insieme ai segretari nazionali di Ugl Chimici, Failc Confail e Cisal Fialc.
“Come prospettato recentemente, alcune somme sono state rettificate a seguito delle richieste da noi avanzate. Ma non è abbastanza! Nonostante le somme riconosciute dall’azienda per i lavoratori cd. ‘pensionabili’, coloro i quali raggiungono la pensione con i diversi strumenti concordati, siano da considerarsi sufficienti, abbiamo evidenziato la sperequazione esistente in seno ai vari strumenti adottati. Volendo entrare nello specifico, le erogazioni convenute nell’accordo per “Opzione Donna” sono sproporzionate rispetto ad un/una ‘Quota 100’; infatti, ‘Quota 100’ è calcolata con il sistema <<misto>> mentre ‘Opzione Donna’ con il sistema <<contributivo>> e ciò produce un abbattimento della pensione di una lavoratrice di circa il 25% – sine die e con aspettativa di vita superiore ad un uomo -. Va da sé che c’è una sproporzione fra i 55 mila riconosciuti a ‘Quota 100’ ed i 70 mila riconosciuti ad ‘Opzione Donna’”.
Ed ancora – spiegano le OO.SS -, “trattandosi di un accordo di uscita volontaria dall’azienda per procedere ad un ricambio generazionale, avremmo atteso da quest’ultima un impegno maggiore sulle mensilità complessive riconosciute per i cd. “non pensionabili”, trattandosi della tipologia di lavoratori di maggior impatto sul ricambio generazionale. Anche in questo caso, le somme proposte dall’azienda hanno un influsso fortemente negativo sul tenore di vita, fino al raggiungimento del requisito pensionistico, dei lavoratori che volessero accedere a tale misura. Quindi, è bene ribadirlo, la volontarietà non incentivata adeguatamente, a nostro avviso, comporterà la mancata adesione dei lavoratori alla proposta aziendale”.
“Per consentire all’Azienda, qualora ce ne fosse bisogno, di erogare le mensilità da noi richieste per i lavoratori “non pensionabili”, è stato proposto di sottoscrivere l’accordo per il Fondo Nuove Competenze che le avrebbe consentito il risparmio economico del costo orario per un massimo di 250 ore a lavoratore – il conto è fatto sulla paga oraria moltiplicata x 250 x i lavoratori dell’azienda – in cambio di formazione adeguata al settore di appartenenza dell’azienda. Tale misura – spiegano Cisal Fialc, Failc Confail, Fesica Chimici e Ugl Chimic -, avrebbe consentito di raggiungere il triplice scopo della formazione e riqualificazione dei lavoratori sul piano della nuova organizzazione aziendale, la possibilità economicamente sostenibile dall’azienda di incentivare la misura dei ‘non pensionabili’ ed infine di consentire una maggiore adesione dei lavoratori ‘non pensionabili’.
“Tutto ciò premesso, considerando che non sono stati accolti i suggerimenti e le richieste delle OO.SS., in particolare le proposte relative ad ‘Opzione Donna’ e quelle relative ad un idonea erogazione di mensilità atte a favorire la fuoriuscita dei lavoratori e delle lavoratrici ‘non pensionabili’, abbiamo deciso di non sottoscrivere l’accordo ‘ponte generazionale’ nell’interesse dei lavoratori coinvolti. Ci corre l’obbligo – inoltre – di chiarire che non proviene da alcun membro riconducibile alle OO.SS. firmatarie del presente comunicato la ‘veicolazione dei messaggi che hanno fatto registrare confusione’ poiché la nota circolata, che ha generato un certo ‘disturbo’, è stato redatta e pubblicata ad ottobre 2021 e non nella serata del 17 novembre c.a”.
“A tal proposito ci chiediamo: a chi ha giovato la circolazione del sopracitato comunicato? Lasciamo infine a voi lavoratori e lavoratrici trarre le necessarie conclusioni circa la metodica con cui queste trattative sono state portate avanti richiamando una opportuna riflessione in merito alla tutela del vostro futuro in questa azienda”, concludono Fesica Chimici, Cisal Fialc, Failc Confail ed Ugl Chimici.