Cambio di appalto per il servizio di pulizia ASL Roma 6, accordo mancato con la Dussmann srl

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Cambio di appalto per il servizio di pulizia ASL Roma 6, accordo mancato con la Dussmann srl

In modalità videoconferenza con l’Ispettorato del Lavoro di Roma, è proseguito il confronto relativo al cambio di appalto per il servizio di pulizia presso la ASL RM 6.
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All’esito dell’incontro non è stato possibile raggiungere un accordo con la ditta subentrante Dussmann srl che, pur assumendo a decorrere dal 1 settembre tutto il personale in forza sull’appalto ed avente diritto al passaggio alle medesime condizioni economiche e normative, non ha voluto sottoscrivere un accordo ai sensi dell’art. 4, lettera A del CCNL per Imprese di Pulizia e Servizi Integrati/Multiservizi.
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Dussmann ha di fatto già preannunciato un possibile esubero di personale sull’appalto, lamentando la mancata assegnazione di alcuni servizi previsti nel precedente capitolato e facendo inoltre presente come i cosiddetti servizi “COVID” siano stati assegnati solo fino al 31 dicembre 2021. Secondo Dussmann tale situazione potrebbe determinare, al 31 dicembre, un esubero di personale in misura del 35% circa. La committente ASL RM 6, presente all’incontro del 30 agosto, si è detta disponibile ad istituire un tavolo permanente di confronto con ditta e OO.SS. al fine di monitorare costantemente l’appalto, anche nell’ottica di garantire la piena occupazione del personale.
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La Fesica Confsal ha fatto presente che, per quanto effettivamente la gara di appalto contenga evidenti storture che è necessario correggere (servizi non previsti, metri quadrati a gara inferiori a quelli reali, ecc.), alla data del 1 settembre ricorrono le condizioni per un passaggio di appalto ai sensi dell’art. 4 lettera A del CCNL e che comunque non è accettabile il principio per cui, se alla data del 31 dicembre la ASL non dovesse prorogare i servizi COVID, ciò determinerebbe, ipso facto, un esubero del monte ore del personale.
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L’appalto gestito fino al 31 agosto dalle precedenti ditte era infatti nato senza i servizi COVID, e tale aggiunta di servizi non ha determinato con la precedente gestione assunzioni a tempo indeterminato o aumento dei parametri orari del personale in forza; peraltro tale monte ore era già insufficiente per la gestione dei servizi ordinari. I servizi aggiuntivi COVID sono stati gestiti dalle precedenti ditte con il ricorso al lavoro supplementare e assunzioni a tempo determinato, ma tali tempi determinati ammontano all’incirca al 14% del personale, percentuale ben lontana dal 35% denunciato da Dussmann. A ciò si aggiunga l’aumento delle metrature da pulire rispetto alla precedente gara di appalto (basti pensare all’apertura del Nuovo Ospedale dei Castelli, avvenuta a fine 2018), per cui per la Fesica ricorrono tutte le condizioni non solo per l’assunzione di tutto il personale in forza, ma anche per la stabilizzazione a tempo indeterminato del personale precario.
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In realtà, come emerso dalla discussione, il presunto esubero del 35% lamentato da Dussmann è stato determinato dalla ditta non sulla base di una valutazione tecnica ponderata sul monte ore e i servizi da svolgere, ma sulla base di una valutazione esclusivamente economica, ovvero i servizi COVID ammonterebbero al 35% del canone che Dussmann incasserà dalla ASL; ma la disciplina del CCNL non prevede, tra i criteri in base ai quali valutare un passaggio di appalto ai sensi della lettera B dell’art. 4 (quindi con variazione delle condizioni contrattuali) il parametro economico.
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La Fesica quindi nel ribadire l’impossibilità di sottoscrivere un verbale di accordo sulla base di tali presupposti, ha comunque manifestato la propria disponibilità a prendere parte al tavolo di monitoraggio con la ASL, il cui primario obiettivo dovrà essere quello di salvaguardare la piena occupazione del personale e ciò anche e soprattutto a tutela dell’utenza. La Fesica ha infatti sottolineato come sia semplicemente impensabile, anche alla luce della situazione di emergenza che ormai viviamo da quasi due anni, che si possano anche solo ancora ipotizzare riduzioni ai servizi in ambito sanitario; in tal senso è evidente che anche la ASL, nei prossimi mesi, oltre alle belle parole e buone intenzioni, dovrà porre in atto azioni concrete in tal senso, per correggere le evidenti storture di una gara di appalto mal concepita.
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“Purtroppo questo cambio di appalto – ha detto il segretario regionale del Lazio Paolo Trivisonno – è l’ennesima riprova dell’assurdità di aver attribuito la qualifica di ‘aziende’ agli enti che devono garantire la nostra salute e che invece ragionano ormai appunto come aziende, la cui priorità non è quella di garantire servizi adeguati per la salute pubblica, ma far quadrare i bilanci”.
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