La Fesica, da sempre al fianco dei lavoratori, ha deciso di continuare ad impegnarsi fino in fondo per tutelare il diritto al lavoro di tutti quei massofisioterapisti che sono stati ingiustamente dimenticati e gravemente danneggiati dalle norme che hanno istituito grossolanamente gli elenchi speciali.
Davanti al TAR Lazio la Fesica Confsal, con i suoi legali, ha assunto le difese dei propri iscritti che, dopo anni di sforzi economici e di studio, si sono visti improvvisamente negare la possibilità di continuare la propria professione, dovendo cestinare il diploma faticosamente conseguito e ritrovandosi disoccupati.
Con una decisione discutibile sotto diversi profili, il TAR Lazio ha confermato la legittimità del Decreto Ministeriale dell’agosto 2019, condannando alla disoccupazione molti giovani (e non solo) massofisioterapisti; come Arianna che dopo una laurea in Lettere, non trovando un’occupazione, ha investito i risparmi della propria famiglia ed altri anni di sacrifici per conseguire nel 2016 il diploma di massofisioterapista. Effettivamente ha subito messo a frutto questa sua nuova professionalità lavorando con profitto. Una storia a lieto fine? Avrebbe potuto esserlo se non fosse che oggi Arianna non può più lavorare poiché non ha i requisiti imposti dalla legge del 2018, data in cui dovevano essere già maturati 36 mesi di lavoro per potersi iscrivere all’elenco dei MFT.
Non crediamo che la Costituzione intenda questo quando sancisce all’art.4 il diritto al lavoro, posto dai Padri Costituenti a fondamento della Repubblica stessa (art.1).
La Fesica sta dunque portando avanti con convinzione questa battaglia per le tante Arianna in Italia e le rispettive famiglie colpite da questo provvedimento ed impugnerà la sentenza del TAR dinanzi al Consiglio di Stato, organo massimo della giustizia amministrativa che ha il compito di vigilare sulla correttezza dell’operato della Pubblica Amministrazione e di impedire che questa possa nuocere ai cittadini.