Lavoro, gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

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Lavoro, gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

La Missione 5 vuole facilitare la partecipazione al mercato del lavoro, anche attraverso la formazione, rafforzare le politiche attive del lavoro e favorire l’inclusione sociale

ll Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (cosiddetto Recovery Plan) si pone 6 missioni: digitalizzazione, rivoluzione verde e transizione ecologica, infrastrutture, istruzione e ricerca, inclusione e coesione, salute. Il Piano si inserisce all’interno del programma Next generation Eu, il pacchetto da 750 miliardi di euro stanziati dall’Unione europea, ed è orientato in modo trasversale alla lotta alle diseguaglianze, intesa in termini di parità di genere, di protezione e valorizzazione dei giovani e di superamento dei divari territoriali. A tal fine, assume un ruolo fondamentale quanto previsto nella Missione 5 dedicata alle politiche per  il lavoro, alle infrastrutture sociali, famiglie, comunità e Terzo settore, nonché agli interventi per la coesione territoriale.

Per quanto attiene in particolare al mondo del lavoro, il Piano ha il principale obiettivo di introdurre un’ampia e integrata riforma delle politiche attive e della formazione professionale, supportando i percorsi di riqualificazione professionale e di reinserimento di lavoratori disoccupati, nonché definendo i livelli essenziali di attività formative per le categorie più vulnerabili. In tal senso, due sono le principali linee di intervento: l’adozione, d’intesa con le Regioni, del Programma Nazionale per la Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori (GOL) e l’attuazione del Piano Nazionale Nuove Competenze.

Il Programma GOL è una misura istituita con la Legge di Bilancio 2021 finalizzata ad incentivare l’inserimento nel mondo del lavoro attraverso politiche attive basate sulle specifiche esigenze e definita dal PNRR quale misura di presa in carico, erogazione di servizi specifici e progettazione professionale personalizzata, da realizzare mediante una maggiore prossimità degli interventi di politica attiva e l’integrazione online dei servizi territoriali.
Il Piano Nazionale Nuove Competenze ha l’obiettivo di riorganizzare la formazione dei lavoratori in transizione e disoccupati, mediante il rafforzamento del sistema della formazione professionale in favore dei beneficiari di strumenti di sostegno (NASPI e DIS-COLL), dei beneficiari del Reddito di Cittadinanza e dei lavoratori che godono di trattamenti straordinari o in deroga di integrazione salariale, offrendo servizi di aggiornamento e riqualificazione volti a promuovere l’acquisizione di qualifiche professionali, diplomi tecnici superiori e lauree professionalizzanti attraverso il riconoscimento dei crediti.

In ordine, invece, ai lavoratori occupati, il Piano fa leva sul “Fondo nuove competenze” per consentire alle aziende di rimodulare l’orario di lavoro, al fine di favorire attività di formazione sulla base di specifici accordi collettivi con le organizzazioni sindacali (istituito dal D.L. n. 34/2020), prevedendone il rifinanziamento ed evidenziandone l’importanza nella ricollocazione della forza lavoro e nel sostegno alla transizione verso nuova occupazione, nei casi in cui venga utilizzato per far fronte a ristrutturazioni aziendali o crisi strutturali.

Anche la lotta al lavoro sommerso rientra tra le misure contemplate dal Piano per la ripresa nazionale. La riforma è prevista su diverse linee d’intervento: affinamento delle tecniche di raccolta e condivisione dei dati sul lavoro sommerso; incremento delle ispezioni e revisione delle sanzioni in funzione deterrente; campagne informative per sensibilizzare i datori di lavoro sul disvalore del ricorso al lavoro irregolare. Il Piano prevede, altresì, il potenziamento dei Centri per l’Impiego, con cospicuo stanziamento di fondi, al fine di fornire dei servizi di qualità ed integrare la riforma delle politiche attive del lavoro garantendone l’efficacia. Inoltre, in considerazione dei dati emersi sul tasso di occupazione femminile, il PNRR prevede l’istituzione del Fondo Impresa Donna per la creazione di imprese femminili, con l’obiettivo di incrementare il livello di partecipazione delle donne nel mercato del lavoro, disponendo a tal fine anche campagne di comunicazione, nonché azioni di monitoraggio e di valutazione.

Nella medesima ottica si pone l’implementazione del Sistema nazionale di certificazione della parità di genere il cui obiettivo consiste nell’incentivare le imprese ad adottare policies adeguate a ridurre il divario di genere nelle aree più critiche. L’investimento si compone di due aspetti: per un verso, la definizione di un sistema per la certificazione sulla parità di genere e di un meccanismo premiante; per altro verso, la creazione di un database per raccogliere dati e informazioni sulla certificazione e sugli enti accreditati.