La sintesi del tavolo ministeriale sulla riforma degli ammortizzatori sociali a cui ha partecipato la Confsal

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La sintesi del tavolo ministeriale sulla riforma degli ammortizzatori sociali a cui ha partecipato la Confsal

Al tavolo ministeriale sulla riforma degli ammortizzatori sociali in cui è intervenuta la Confsal, il Ministro Orlando, in tema di perimetrazione degli ammortizzatori sociali, ha dato lettura di quella che si ritiene possa essere “un possibile approdo al quale tendere che dovrebbe essere compatibile finanziariamente” salvo esame del MEF e bollinatura”.

L’ipotesi di perimetrazione degli interventi non affronta il tema del lavoro autonomo e dei lavoratori dello spettacolo ed agricoli per i quali il ministero di riserva di convocare appositi tavoli di confronto con le Parti Sociali. L’obiettivo dell’ipotesi è quello di creare un sistema di ammortizzatori equo e sostenibile adatto ad affrontare le transizioni ed il criterio cardine del nuovo sistema di ammortizzatori e quello delle classi dimensionali delle imprese (comprendendo tutte le imprese con lavoratori) che sostituirà quello dei settori di appartenenza; ed ancora: la riforma dovrà necessariamente includere anche quella delle politiche attive, da trattare in un ulteriore tavolo, che terrà conto anche delle competenze lavorative e della loro valorizzazione attraverso interventi di formazione finalizzata ed in diretto collegamento anche con le politiche passive.

È prevista anche l’estensione degli ammortizzatori sociali pure agli apprendisti, ai lavoratori a domicilio, ai lavoratori della pesca, anche in forma cooperativa, fatte salve le esclusioni per fermi obbligatori. Per quanto riguarda il trattamento retributivo, l’ipotesi di riforma prevede un unico massimale per tutti corrispondente a quello attuale più elevato, che sarà rivalutato su indice ISTAT ed una linea temporale di utilizzo degli ammortizzatori diversa a seconda delle dimensioni aziendali (più breve per le piccole) valorizzando l’utilizzo dei contratti di solidarietà che consentirà l’elevazione dei mesi fruibili di ammortizzatori. È previsto il collegamento diretto fra politiche attive e politiche passive (NASPI – DISCOLL) dove verrà eliminato definitivamente il requisito delle 30 giornate di lavoro mantenendo solo quello delle 13 settimane spostando il decalage della prestazione a partire dal 6° mese ed aumentando il periodo di disoccupazione involontaria; l’ipotesi prevede anche l’utilizzo in termini previdenziale dei periodi di disoccupazione.

La proposta discussa dal Ministro non descrive la gestione dell’ammortizzatore, che verrà discussa nel prossimo incontro da tenersi a breve, ma è stato affermato che la procedura dovrà essere omogenea e, anche nel caso in cui non vi fosse un gestore unico, dovranno essere garantite procedure e prestazioni in termine di tempo di gestione ed importi. In conclusione, Orlando ha spiegato che si tratta di un approccio che va verso un ammortizzatore universalistico, ma con realismo.

La CONFSAL ha dato un giudizio sostanzialmente positivo, sottolineando che ci si trova di fronte ad un cambio di passo che condividiamo, fermo restando che ci riserviamo un giudizio più attento sui singoli punti che daremo con sollecitudine dopo la lettura del documento che, a seguito di quanto affermato dal Ministro, attendiamo dopo l’ulteriore incontro dedicato alla gestione degli ammortizzatori. Abbiamo sottolineato che il criterio della dimensione d’impresa è condivisibile, ma bisogna prestare attenzione alle filiere produttive, che in caso di riorganizzazione e ristrutturazione, sono strettamente legate all’impresa madre, sul quale il Ministro ha affermato la necessaria rivisitazione ipotizzando la rimodulazione delle causali degli ammortizzatori La CONFSAL ha palesato anche la propria contrarietà a mantenere più gestori degli ammortizzatori che hanno dato prova dei propri limiti durante il periodo emergenziale, prediligendo la gestione unica degli ammortizzatori. Il Ministro ha preso atto che il solo criterio dimensionale non è sufficiente rispetto al dibattito emerso ieri e si provvederà con ulteriori dettagli. Ha sottolineato, inoltre, che “non è accoglibile la giustificazione che il mancato utilizzo della CIGO nel Terziario ne precluda anche l’utilizzo per il futuro”, così come non ha proposto un aumento della contribuzione così elevato e non sopportabile dalle categorie.