Prosegue la “road map” tra sindacati e ministero del lavoro per riformare gli ammortizzatori sociali, tema divenuto primario col tempestare del covid-19 ed un mercato del lavoro in grande sofferenza. Ieri al tavolo tecnico con il Ministero del Lavoro si è cercato di “trovare la quadra” per la semplificazione delle procedure, ma l’emergenza sanitaria ha frenato il cammino verso la visione del futuro.
Su questa prospettiva la Confsal ha dichiarato di non essere d’accordo sull’impostazione. Lo ha precisato il consigliere Rino Piroscia, delegato, assieme al consigliere Alfredo Mancini, dal Segretario Generale Angelo Raffaele Margiotta, a rappresentare le istanze della Confederazione.
“Se ad una riforma strutturale dobbiamo arrivare – ha puntualizzato Piroscia – è necessario preoccuparsi anche dell’emergenza economica attuale e post coronavirus. In tale condizione – ha detto – siano disposti a prendere decisioni e assumerci responsabilità”. Pertanto, la Confsal è ritornata sulle proprie posizioni di partenza, ribadendo e ben specificando l’urgenza di intervenire sui tempi di gestione delle prestazioni portando a trenta giorni la risposta di approvazione dell’istanza ed a quindici giorni la riscossione del saldo o dell’acconto della prestazione medesima. La rappresentanza del ministro Orlando ha valutato la procedura come “complessa”, condividendo tra l’altro la bocciatura proveniente dall’Inps consultata in materia.
Ma allora: cosa risponderemo alle aziende in sofferenza che non riescono a pagare i contributi a fine mese? E ancora: cosa risponderemo ai lavoratori in cassa integrazione che a stenti vanno avanti perché ricevono il sostegno dopo tre, quattro mesi? Cosa risponderemo alle famiglie dei lavoratori in crisi economica e sociale?
A tutte queste esigenze di vitale importanza, la Confsal vorrebbe rispondere mettendo in atto una procedura informatizzata che semplifichi le pratiche e le relazioni tra INPS e utenti. Essa rappresenta l’unica soluzione per evitare che aziende e lavoratori si indebitino! In tal senso la richiesta rappresenta condizione imprescindibile al proseguimento dei lavori di riforma.
Nulla osta, infine, e si confermano le disposizioni prese in merito anche ad un eventuale aumento dell’attuale quaranta per cento di anticipo alle imprese, purché questo provvedimento si configuri come alternativo e integrativo al ristoro della prestazione, che deve avvenire in quindici giorni mediante il canale diretto Inps.
Più schematicamente significherebbe proporre di: