Ristoratori, la Fesica ha condiviso il senso della protesta della “serrata nazionale delle attività”

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Ristoratori, la Fesica ha condiviso il senso della protesta della “serrata nazionale delle attività”

Un ristoratore di Trevignano Romano, Ferdinando Parisella, denuncia la condizione di disagio organizzativo ed economico in cui versa la sua categoria e tutto il comparto. Parisella opera nel Lazio, ma probabilmente è un grido di allarme condiviso anche da colleghi del resto d’Italia. Nelle sue parole, che riportiamo, un esempio vivo di difficoltà quotidiana di un operatore enogastronomico che, pur comprendendo il momento particolare in cui versa l’Italia, non riesce però a comprendere il gioco di provvedimenti così destabilizzanti e davvero esigui monetariamente per accompagnare degnamente il mondo degli imprenditori della ristorazione verso una via d’uscita che li riporti a poter mantenere la propria attività insieme all’indotto di lavoratori che la sostengono.

“Quindi secondo Conte, premo il bottoncino e apro. Oggi è zona rossa. – dice Parisella – I fornitori quando arrivano? La merce la compro domani mattina? I dipendenti in cassa integrazione? La consulente del lavoro come attiva l’Inps? E poi venerdì sera la riallaccia? Giovedì e venerdì, quando si lavora poco? Sabato e domenica quando si potrebbe fare qualcosa, mi richiudono? Riattivi la cassa integrazione il sabato mattina? La consulente è lì che mi aspetta? La merce rimasta il venerdì sera che me faccio? – continua –  E chi verrebbe al locale se non si può uscire dalla propria città se non al di sotto dei 5mila abitanti e non oltre i trenta chilometri? E non verso o da capoluoghi? Cari amici, capisco tutto. Ma un’impresa non funziona senza un minimo di programmazione. E ora ci vogliono indennizzi non ristori. Anzi ci vuole un risarcimento danni. Perché le tv parlano dei blocchi totali ad esempio in Germania e in Gran Bretagna e omettono di dire che le imprese sono sostenute totalmente dallo Stato?”
Della stessa idea è il Segretario generale della Fesica Confsal Bruno Mariani che condividendo le preoccupazioni di Ferdinando Parisella ha commentato: “Le aziende Italiane , le piccole e medie imprese, gli artigiani, i bar e i ristoranti devono essere risarciti dei danni che sono costretti a subire. Ricordo al governo che non sono i bonus che fanno vivere le famiglie, ma il lavoro. Se le aziende italiane chiudono finisce il lavoro. Le aziende vanno tutelate per poter ripartire con il lavoro per tutti”.
La Fesica Confsal dunque ha condiviso l’azione di protesta organizzata dal Movimento imprese ed ospitalità, a cui ha aderito lo stesso proprietario del Gens Trebonia Parisella, con “la serrata nazionale delle attività” nelle giornate di ieri e dell’altro ieri.
“L’esecutivo si fa beffe del nostro comparto e, dopo la decisione di far aprire bar e ristoranti giovedi 7 e venerdi 8 solo a pranzo, per chiuderli di nuovo il sabato e la domenica, abbiamo deciso di dare vita a quest’azione forte dal valore emblematico. Abbiamo chiuso le serrande ed afflitto un cartello, in cui abbiamo  spiegato il motivo della protesta contro le decisioni del governo, che ci sta ammazzando economicamente”, ha poi spiegato Parisella.
Di seguito anche un recente servizio in tv sull’iniziativa: