“Nel primo mese di applicazione, della sanatoria dei rapporti di lavoro irregolari, prevista con il decreto Rilancio (articolo 103 del Dl 34/2020), sono state inviate oltre 80 mila domande. L’88% nel lavoro domestico, dove si registra un tasso di irregolarità pari al 58,3 per cento. La stima iniziale di 220 mila richieste però sembra ancora lontana. Nelle case delle famiglie italiane si contano complessivamente 849 mila colf e badanti con contratto regolare, in costante calo dal 2012 (elaborazione su dati Inps). L’Osservatorio “Domina”, però, ne stima un altro milione e 187 mila in nero, di cui 565 mila extra-comunitari. Tra questi, poi, la fondazione Ismu ne conta circa 311 mila senza regolare permesso di soggiorno. A far sorgere qualche dubbio è la nazionalità dei lavoratori interessati; sono quasi assenti le nazionalità “cardine” del lavoro domestico come Filippine, Ecuador, Perù e alcuni Paesi dell’Est. Invece troviamo molte richieste per colf provenienti da Marocco e Cina. Le domande vengono infatti soprattutto da: Marocco (10,2%), Ucraina (10,1%) e Bangladesh (9,8%), il dato che emerge maggiormente è la richiesta di messa in regola anche di 4.697 colf e badanti cinesi. Tra i datori, invece, a fronte del 74% italiani, ce ne sono 2.059 cinesi (il 3,3%) e 1.688 (2,7%) di origine marocchina. Il rischio è che si tratti di regolarizzazioni fittizie, cioè di persone che sfruttano la sanatoria per ottenere il permesso di soggiorno. Se così fosse, sarebbero pratiche illegali che mettono a rischio le famiglie che si prestano a farle”.
A sostenerlo è il segretario nazionale del comparto colf e badanti Flaminia Mariani.