Alcuni lavoratori del comparto igiene ambientale raccontano il loro impiego, emerge la difficoltà di lavorare in sicurezza

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Alcuni lavoratori del comparto igiene ambientale raccontano il loro impiego, emerge la difficoltà di lavorare in sicurezza

Un operatore raccoglie i rifiuti durante l'emergenza Covid-19

Alcuni lavoratori del comparto igiene ambientale della Fesica Confsal raccontano il loro impiego. Emerge una profonda differenza tra nord e sud, soprattutto nella difficoltà di svolgere il proprio turno in sicurezza

Non solo medici e infermieri. Ci sono anche altri lavoratori che, in piena emergenza Coronavirus, hanno continuato a lavorare tutti i giorni esponendosi al rischio di contagio, per mettersi al servizio della collettività. Tra questi gli operatori ecologici, che hanno continuato a pulire le nostre strade, a raccogliere i nostri rifiuti, ma non sempre gli è stato possibile svolgere il proprio lavoro proteggendosi. A volte completare il proprio turno ha significato rischiare la propria salute. Raccogliere – anche – i rifiuti dei cittadini contagiati dal virus, spesso senza mascherine e guanti e senza
alcuna sanificazione dei mezzi e degli ambienti. Nonostante i protocolli di sicurezza stabiliti dal governo, non sempre le regole sono state rispettate, mostrando ancora una volta uno spaccato delle “tante Italie” che costituiscono il nostro Paese. Problemi di sicurezza, comunque, che nel settore dell’igiene ambientale sono storia nota. Non dimentichiamoci che nel settore dell’igiene ambientale esiste già un problema di morosità, utenti o aziende che pagano in ritardo la tassa sui rifiuti. E adesso, quanti cittadini e quante imprese, a causa della crisi, non saranno in grado di pagare la Tari?

ABBIAMO VOLUTO ASCOLTARE LE TESTIMONIANZE DEI LAVORATORI DEL COMPARTO IMPEGNATI NELLE AZIENDE, DA NORD A SUD

FABIO DALLA LOMBARDIA – “Con lo scoppio del Covid siamo stati completamente abbandonati: non riceviamo neanche le più elementari forme di sicurezza. Dall’inizio di questa storia lavoriamo senza guanti, senza mascherina e senza che mezzi e strumenti vengano sanificati“;

CLAUDIA DAL VENETO – “Ci sono problemi che, si potrebbe dire, ci portiamo dietro da sempre. Uno di questi è quello delle condizioni degli ambienti: spogliatoi con problemi igienici e strutture fatiscenti”;Formazione per lavoratori sulla sicurezza

ALESSANDRO DEL LAZIO – “Nel corso di un turno ci capita spesso di dover raccogliere la spazzatura di cassonetti che, invece di trovarsi in prossimità della strada, sono molto all’interno dei condomini. Questo vuol dire, ogni volta, fare viaggi di centinaia di metri con i sacchi in spalla“.

ANTONIO DALLA PUGLIA  – “Altro aspetto è quello della nostra salute, che viene spesso trascurata. Facciamo una raccolta dei rifiuti porta a porta senza che ci siano le condizioni minime adatte“.

ANDREA DALLA CAMPANIA – “La frammentazione dei sistemi di raccolta, l’assenza di impianti, un sistema di appalti che riduce i costi del servizio e quindi condiziona anche le condizioni di lavoro, il ritardo nei pagamenti da parte degli enti che si traduce nel ritardo del pagamento dei dipendenti da parte delle aziende”. Senza seri investimenti, senza risorse, sarà sempre impossibile cambiare la situazione“.