Secondo un recente report di Kaspersky, leader mondiale per sicurezza sul web, tre dipendenti italiani su quattro (73%), al lavoro da casa, non hanno ancora ricevuto una guida o una formazione specifica sulla sicurezza informatica per proteggersi dai rischi.
Quasi un dipendente su quattro (24%), ad esempio, dichiara di aver ricevuto e-mail di phishing a tema COVID-19. Per evitare questo tipo di rischi, è importante che le organizzazioni educhino i dipendenti in tema di sicurezza informatica.
Mentre i dipendenti si stanno abituando al grande cambiamento del lavoro da casa, è importante che le aziende si assicurino che il personale possa lavorare come sempre. Garantire la loro protezione dal punto di vista informatico è un compito impegnativo; servono, infatti, molte risorse per consentire un accesso sicuro ai servizi necessari ai dipendenti per poter svolgere il lavoro al meglio. È quindi fondamentale stabilire delle misure di cybersecurity efficaci, perché il lavoro da remoto può anche comportare nuovi rischi, come l’aumento di attacchi di tipo spam e phishing, la connessione a hot spot WiFi compromessi o l’uso di sistemi e soluzioni “shadow IT”, implementati e utilizzati, quindi, dai dipendenti senza l’approvazione esplicita dell’azienda stessa.
Il sondaggio di Kaspersky, che ha visto il coinvolgimento di 6.000 lavoratori in tutto il mondo e di 550 solo in Italia, ha dimostrato che i datori di lavoro potrebbero non aver spiegato correttamente ai loro dipendenti come evitare questo tipo di rischi. Almeno il 73% degli italiani coinvolti dal sondaggio ha dichiarato di non aver avuto una formazione in tema di sicurezza informatica da quando ha iniziato a lavorare da remoto. Inoltre, quasi un quarto (24%) dei dipendenti intervistati ha detto di aver già ricevuto, ad esempio, e-mail di phishing a tema COVID-19. Il download accidentale di contenuti malevoli da questo tipo di email può portare all’infezione dei dispositivi e anche alla compromissione dei dati aziendali. Molti dipendenti hanno anche aumentato l’uso di servizi online non approvati dai loro reparti IT, noti come “shadow IT”, come tool per le videoconferenze (35%), per la messaggistica istantanea (39%) o per l’archiviazione dei file (35%).
E’ importante stare sempre attenti e assicurarsi che anche il lavoro da remoto sia sicuro. Si consiglia di seguire le seguenti indicazioni, in modo da aiutare le aziende a rendere possibile e sicuro il lavoro da casa per i propri dipendenti: