Lavoro. La Fesica Marche ad un mese e mezzo dal fermo covid-19

Covid-19. Anche i lavoratori fanno la loro parte. Donati 7mila ore di lavoro alla Protezione Civile dai dipendenti Italgas
14 Aprile 2020
F. Mariani: “Qualcosa forse si muove”, verso un riconoscimento economico per i lavoratori del settore domestico
16 Aprile 2020

Lavoro. La Fesica Marche ad un mese e mezzo dal fermo covid-19

“Sul fronte della disoccupazione la situazione attuale di emergenza ha evidenziato lo stato di crisi economica e sociale fatta di contraddizioni del sistema economico. Molti lavoratori con contratti precari sono costretti  a lavorare in  maniera irregolare  a fronte di premi elargiti dallo Stato a chi usufruisce  già di retribuzioni molto più  alte. Si deve garantire una occupazione regolare a chi in questo momento agisce  in un contesto  di emergenza  a scapito di una sicurezza borderline, gli  stessi  devono essere regolati a fronte di strumenti come un salario minimo garantito e una paga minima  per i lavori occasionali, in questo  si auspica anche un concorso di aiuti  dallo Stato e dalle amministrazioni regionali e comunali che stabiliscano regimi di sicurezza personale garantita e un salario dignitoso per una economia familiare.

Gli stessi Comuni, a fine della fase emergenziale, dovranno monitorare nell’immediato futuro  le attività  economiche che ricadono nel loro territorio e le eventuali irregolarità contrattuali e retributive. Finita l’emergenza l’essere umano e il suo benessere psicofisico dovrà  essere messo al centro dello sviluppo economico come base imprescindibile di esso. Ricordiamo ancora che queste zone sono già provate dalla crisi del sisma e  rientrano nelle “aree di crisi complessa industriale terremotata” . Dal punto di vista  prettamente sindacale si potrebbero porre le  basi per creare accordi quali un’assicurazione civica e l’anticipo pensionistico. Anche il contributo delle 600 euro per le attività produttive ferme potrebbe essere esteso ai disoccupati che non rientrano nel reddito di cittadinanza.

Aiuti che comunque devono essere concreti ed immediati a fronte degli errori fatti nel dopo sisma. La Fesica Marche auspica anche  una  pronta attuazione del decreto Cura Italia a sostegno  di imprese,  famiglie e lavoratori. Nelle Marche nello specifico l’industria  della moda che probabilmente salterà una intera stagione, spesso si è riconvertita nella produzione di mascherine anche a titolo gratuito, ma questo ha comportato l’annullamento del campionario e delle commesse da parte dei clienti. Le aziende chiedono accordi con le banche  al fine di pagare anche la CIG ai dipendenti. Sul fronte della nautica le grandi ditte hanno ridotto il personale e molti cantieri navali sono fermi,  dove si lavora si da priorità ai lavori all’aperto distanziando il personale addetto. 

Anche il settore della pesca lavora con le barche giornaliere ad una sola persona o con le vongolari con due persone a bordo per rifornire i mercati locali degli esercizi. Gravi sono le ripercussioni nei settori benessere, sanità privata, bellezza e parrucchieri con grosse perdite: il loro fermo potrebbe portare anche alla crescita dell’abusivismo a discapito della  salute di clienti e operatori e di mancati pagamenti dei  tributi statali. Gli stessi professionisti alzano un grido di allarme per il pagamento di affitti e scadenze. Allarme che arriva anche dal settore ricettivo-ricreativo, alberghi, ristoranti, bar e stabilimenti balneari che stavano preparandosi alla  nuova stagione e minacciano in primis di non pagare la tassa rifiuti che non hanno prodotto  in questo periodo.

Il settore informatico che ha avuto occasione di accelerare nel digitale e nello  smart-working, risente comunque del legame che questo settore ha indissolubilmente con le altre filiere produttive che al momento sono ridotti all’essenziale. Bloccati i cantieri delle costruzioni che risentiva già della burocrazia post-terremoto.

Gli autotrasportatori pur lavorando per il rifornimento alimentare dei negozi essenziali  hanno notevoli ripercussioni perché devono ancora incassare le insolvenze  di compensi arretrati di sei mesi. Difficilmente si riuscirà  a ripartire con le agenzie di viaggio, per non parlare dei settori dello sport e dello spettacolo. Se sul fronte sportivo si è già assistito ad una interruzione totale delle attività  non solo agonistiche con conseguenze negative anche sulla preparazione atletica degli sportivi e delle competizioni organizzate e mai disputate,  il settore dello spettacolo e del turismo – che già risente per sua natura di una precarietà  che gli è  propria ma che nelle Marche stava dando un primo segnale di rifioritura con una nuova coscienza a livello anche regionale -, vivrà una nuova stagione di stenti non potendo avere “slancio” con la partecipazione massiccia di pubblico in una stagione che risulterà  carente di appuntamenti a scapito del territorio.

Fesica Confsal Marche auspica pertanto una pronta  attuazione dei decreti e delle misure messe in campo dal governo e una implementazione delle  stesse conciliando le esigenze a livello territoriale, monitorate dagli enti locali, coinvolgendo anche le forze sindacali territorialmente competenti“.  

Roberto Sisti Segretario regionale Fesica Marche