“Ci stringiamo alla famiglia della guardia giurata in servizio davanti ad un market di Novara, morto per aver contratto il coronavirus”.
Ad esprimere il cordoglio per la morte di questo dipendente è la Fesica Confsal, che tramite la segreteria generale dichiara come “i lavoratori della vigilanza privata sono encomiabili per come danno il loro contributo in servizio, purtroppo oggi in alcune situazioni senza nemmeno poter usufruire dei dispositivi di protezione individuale. Si tratta di una circostanza ancora più paradossale visto che i servizi di vigilanza privata, con il decreto del 23 marzo, sono stati ritenuti essenziali. Già in tempi non contraddistinti dall’emergenza covid-19, questi lavoratori sottopagati, rischiavano quotidianamente la vita per una retribuzione del tutto inadeguata al loro profilo – spiegano-. Ora, senza alcun riconoscimento aggiuntivo, rischiano, dando grande prova di abnegazione ai propri doveri, perfino il contagio, aiutando e gestendo le emergenze”.
“Vorremmo ricordare che questi lavoratori, con grave colpa delle organizzazioni datoriali e dei sindacati che li rappresentano ai tavoli, esercitando anche il potere coercitivo di limitare le altre OO.SS, lamentando giustamente un Ccnl scaduto nel 2015. In ogni caso non possiamo più tollerare situazioni di questo tipo, né accettare condizioni di lavoro – nel pieno della pandemia – di diversi addetti alla vigilanza insieme in un portavalori e col benestare di datori che rischiano di mettere a repentaglio la loro salute. Alexander Roa ci ha già rimesso la vita ed in queste ore ci giunge notizia di altri lavoratori ricoverati in terapia intensiva. Che altro serve ancora per dire basta a tutto questo? – denuncia la Fesica Confsal”.