L’accordo aziendale della settimana scorsa tra ENI e Faib, Fegica e Figisc-Anisa, come il penultimo di qualche anno addietro, è limitante ai soli iscritti di queste OO.SS. e pregiudica l’economicità della gestione dell’azienda perché non si attiene, oltre che ai principi di buona fede e correttezza contrattuale, alla ‘disciplina della subfornitura nelle attività produttive’, come invece previsto dalla legge 192 del 98’. Anche per questo motivo la Fesica, come Federazione dei sindacati dell’Industria, condivide la linea recentemente espressa in merito da Giovanni Zidda, presidente dell’Associazione Nazionale Gestori Autonomi Carburanti.
“Si va incontro all’illegittimità, all’inapplicabilità di un accordo che, per i gestori oltretutto, prevede trattamenti regolamentativi peggiorativi dei rapporti commerciali. E’ inverosimile – dice il segretario generale Bruno Mariani – assistere ad accordi con condizioni di questo tipo, se poi pensiamo ai mancati criteri di correttezza a cui ci si dovrebbe attenere ed alla fase emergenziale che si sta attraversando, il quadro diventa ancora più deleterio. Non si comprendono, tra le altre cose, nemmeno come siano stati determinati e legittimati (?) i criteri di rappresentatività di Faib, Fegica e Figisc-Anisa per consentirgli di sedere – da soli – ai tavoli istituzionali, firmando tra l’altro accordi molto discutibili come quello descritto. Oggi il nostro senso di responsabilità ci impone di cercare di fare chiarezza su quanto espresso e – come Fesica Confsal – fare un plauso all’Agac non solo per evidenziare le cose che non vanno a tutela dei lavoratori, ma – visto il momento emergenziale – per aver scritto alle compagnie petrolifere ed agli organi di governo per chiedere un sostegno concreto ed immediato per contenere lo stato di crisi attuale, perché – ricordiamo – i costi fissi e le spese di gestione sono a carico del gestore che continua ad assicurare la fruibilità dell’impianto, nonostante le difficoltà del momento”.