“Il governo, senza specifiche direttive, lascia sola ancora una volta una categoria di lavoratori importante ed incomparabile, mettendo a rischio la salute degli stessi e delle famiglie per cui lavorano”. Lo dice il segretario nazionale del comparto ‘Colf e badanti’ della Fesica Confsal Flaminia Mariani, a proposito del mancato stop, causa covid-19, dei lavoratori del settore domestico, che comprende anche quello delle baby sitter.
Flaminia Mariani rilegge una vertenza prima dell’inizio di un’assemblea (ph. archivio)
“Il decreto Cura Italia non prevede lo stop di questi lavoratori dipendenti, ma in questo particolare stato di emergenza – analizza Mariani -, il buon senso imporrebbe di autorizzare il lavoro domestico per le sole attività essenziali, ovvero quelle legate all’assistenza di persone non autosufficienti a cui, per ovvie ragioni, si rende necessaria la continuità limitando, invece, il più possibile, le altre”.
Ed ancora. “Nel decreto – continua la sindacalista – è stato inserito il rinvio delle scadenze per i versamenti dei contributi previdenziali. Ma la categoria di colf e badanti non è compresa tra quelle che potranno usufruire di ammortizzatori sociali. Tutto questo – spiega – ha dell’incredibile. La necessaria diminuzione delle ore di lavoro, se non addirittura totale in alcuni casi, significherà mancato percepimento dello stipendio per la chiara impossibilità di conciliare il lavoro con le norme di isolamento dettate proprio per scongiurare il contagio da coronavirus. Questo lascerà i lavoratori domestici in uno stato di estrema difficoltà. Riteniamo che ci sia ancora molto da lavorare per proteggere questa categoria, ancora una volta non considerata e fortemente penalizzata, ma sicuramente cardinale per le nostre famiglie, conclude Flaminia Mariani”.