SALUTE E SICUREZZA. La strategia di protezione dei dipendenti

Chiusura scuole. Ancora nessuna misura a tutela di madri e padri lavoratori
5 Marzo 2020
Coronavirus. Fesica Confsal: “Il governo ha chiuso allo sport, mai ascoltato per fronteggiare l’emergenza”
6 Marzo 2020

SALUTE E SICUREZZA. La strategia di protezione dei dipendenti

La gestione dell’emergenza dovuta al coronavirus passa necessariamente per l’attuazione delle misure di tutela e sicurezza sul lavoro. Attuazione che è doverosa e necessaria, considerato che l’azienda, nell’ambito del modello definito dal codice civile (articolo 2087) e dal Testo unico sicurezza sul lavoro (Dlgs 81/2008) ha l’obbligo di valutare costantemente quali sono i rischi per la salute e sicurezza sul lavoro e, sulla base di tale valutazione, deve adottare tutte le misure idonee a ridurne l’esposizione. In un caso come questo, un’impresa – non solo se operante nelle zone dove ci sono stati dei casi di contagio – deve innanzitutto a verificare se il documento di valutazione dei rischi rimane adeguato allo scenario, oppure se deve essere adattato (con un occhio particolare al rischio biologico). L’aggiornamento formale del documento di valutazione dei rischi non basta: servono misure concrete in grado di alzare il livello di sicurezza in azienda, per rendere effettivo l’onere di prevenzione. Per fare ciò è necessario innanzitutto consultare (dove presente) il medico aziendale al fine di pianificare tutte le azioni concrete che devono essere messe in campo.

Adattamento continuo. Certamente, in una situazione nella quale lo scenario può cambiare ogni giorno, l’obbligazione di sicurezza deve essere attuata con grande dinamismo, adattando di conseguenza le misure di prevenzione applicate alle indicazioni che provengono dalle autorità sanitarie, senza perdere di vista la necessità di guardare anche al medio e lungo periodo. Misure di prevenzione che non riguardano solo l’ambito strettamente igienico sanitario (la pulizia dei luoghi, l’addestramento del personale, i controlli periodici) ma investono anche gli aspetti di natura organizzativa. Serve inoltre un approccio innovativo alla mobilità del personale, rivedendo in maniera critica e selettiva tutti gli spostamenti dei dipendenti, limitando quelli verso le zone “a rischio”, e potenziando il ricorso agli strumenti digitali che consentono di organizzare riunioni e incontri di lavoro anche senza la necessità della presenza fisica (oltre all’utilizzo dello smart working). Infine, è importante il dialogo costante con i dipendenti, chiedendo tutte le informazioni che possono essere utili a identificare eventuali pericoli e dando tutte le istruzioni necessarie a ridurre l’esposizione al rischio. Questo dialogo consentirà all’azienda di applicare le misure di tutela in maniera tempestiva e preventiva, evitando di dover intervenire quando già la situazione di pericolo è diventata concreta e attuale.

La check list. Sulla base di queste linee guida, il datore di lavoro dovrebbe procedere seguendo questi passaggi:

  • aggiornare la valutazione dei rischi (per la parte «rischio agente biologico»);
  • individuare, con medico competente e responsabile del servizio prevenzione e protezione, adeguati dispositivi di protezione individuale (per esempio guanti monouso e mascherine certificate) e predisporre piano di emergenza specifico, che preveda misure di protezione in caso di rischio di contagio (per esempio se si scopre che un dipendente è infetto da parecchi giorni ed è già entrato in contatto con altri);
  • verificare la necessità di prevedere un protocollo speciale sulla sorveglianza sanitaria (come la misurazione della temperatura ai dipendenti all’ingresso), anche per situazioni di particolare esposizione al rischio (donne incinte, dipendenti immunodepressi, eccetera);
  • informare e formare i dipendenti in relazione al nuovo rischio specifico, fornendo: aggiornamenti costanti delle comunicazioni ufficiali rese dagli organi competenti;
  • nominativo e contatti telefonici e di posta elettronica del datore di lavoro e del responsabile del piano di emergenza; informazioni in merito alle modalità di richiesta di assistenza medica, in caso di sintomi influenzali o problemi respiratori;
  • in ipotesi di smart working, aggiornare l’informativa in materia di salute e sicurezza, integrandola con la previsione delle cautele opportune, come evitare di lavorare in luoghi pubblici/affollati.