La Fesica Confsal fa il punto sull’attuale situazione dei lavoratori della sicurezza privata. Chiede più diritti ed una modernizzazione della figura, auspica azioni condivise con le altre OO.SS
“Rinnoviamo la necessità di rilanciare i temi e le preoccupazioni che riguardano i lavoratori della vigilanza privata. La Fesica Confsal – con in testa il suo segretario generale Bruno Mariani – come Organizzazione sindacale da tempo, in tutte le sedi, si batte per garantire i diritti ai lavoratori di un comparto da sempre penalizzato, con netto ritardo rispetto ad altre categorie in termini di diritti e buon futuro. Nessuna rivendicazione precostituita, nessuna retorica da riannunciare dunque, ma solo l’esigenza di far riemergere sui tavoli che contano l’”eco” dei lavoratori della sicurezza oltre quelli di Stato.
Sottopagati, turni massacranti, buoni pasto da 4.40 euro, nessuna indennità anche se con un’arma da fuoco sempre dietro, un Ccnl bloccato non rinnovato da diversi anni. E’ questo il quadro desolante dei lavoratori della sicurezza privata, che tra le altre cose, non godono nemmeno di una classificazione che li collochi “come vigilantes moderni”, come security contractors.
Si tratta dunque di recuperare non solo un gap nei diritti, ma anche di adeguare una figura che oggi è ancora troppo relegata a quella del “metronotte”. Anche per questo motivo, l’ex ministro dell’Interno Salvini aveva portato avanti l’intenzione di riuscire a far equiparare, nelle mansioni, gli addetti alla vigilanza privata alle Forze dell’ordine. E recentemente, a livello legislativo, è stata presentata una pdl – a firma dell’onorevole Lollobrigida – per l’impiego delle Guardie Giurate all’estero e alla “close protection” in Italia. Vorremo ricordare come il mercato globale della sicurezza all’estero registra un incremento annuo con un volume d’ affari importante; mercato al momento precluso all’imprenditoria italiana.
Assiv, l’associazione nazionale di categoria delle Imprese di vigilanza privata e servizi fiduciari, tramite il suo presidente Maria Cristina Urbano, ha sottolineato come attualmente nell’ordinamento italiano è assente una normativa specifica sull’impiego all’estero delle guardie giurate con l’unica parziale eccezione, recentemente prevista dalla legislazione italiana, data dal servizio di antipirateria marittima, svolto da Istituti di Vigilanza autorizzati. Stesso discorso per quanto riguarda la sicurezza alla persona, anche qui non ci sono normative dedicate differenziando cosi l’Italia dal resto dei Paesi europei che prevedono il servizio di sicurezza alla persona fra quelli abitualmente erogati dalle aziende che forniscono servizi di sicurezza. Dopo la definizione del nuovo quadro normativo di settore, che ha fissato i parametri minimi di qualità e il sistema di certificazione degli istituti di vigilanza, ora il settore è pronto per essere impiegato, in una logica di sicurezza complementare e sussidiaria, su ambiti nuovi.
Serve conseguire il duplice obiettivo di razionalizzare l’impiego delle Forze di polizia e di portare il delicato servizio della sicurezza alla persona, garantendone l’espletamento da parte di personale qualificato, dipendente da società di vigilanza, e sotto il diretto controllo dell’autorità pubblica.
Come non ricordare poi i numerosi suicidi che si continuano a registrare proprio tra chi fa questo lavoro? Non è un caso e non è più un fatto trascurabile. Il nostro sindacato ha in programma alcune iniziative che auspica possano essere condivise in modo trasversale dagli attori istituzionali e dalle altre OO.SS. I lavoratori della sicurezza privata restano – senza paura di smentita – tra i più “indifesi” sotto il profilo della tutela personale e del giusto riconoscimento di una funzione tra le più utili della società moderna”.