E’ terminato a Palazzo Chigi l’incontro convocato dal premier Giuseppe Conte con i sindacati Confsal, Ugl, Cisal e Usb. La riunione ha seguito quella della scorsa settimana tra il premier e i segretari delle sigle confederali, Cgil, Cisl e Uil. Presente anche il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio.
“Ciò che oggi manca – ha affermato Angelo Raffaele Margiotta fermato dai giornalisti prima di entrare a Palazzo Chigi – è l’attenzione al lavoro. La vera emergenza italiana è il lavoro”. Poco dopo il segretario generale della Confsal, al tavolo con gli esponenti di governo ha trattato altri temi come il salario minimo. “Non si può intervenire in tema di salario legale se non si coinvolge anche la leva fiscale. Anzichè dire 9 euro lordi l’ora, diciamo 8 euro lordi, ma è impensabile che vengano tassati. Per i lavoratori cambia poco, per le aziende cambia tutto e il salario minimo diventa sostenibile”, aggiunge, serve “una no tax area”. Rispetto alla possibile convocazione al Viminale da parte del vicepremier Salvini, – sottolinea – “andremo a dire le stesse cose. La ripartizione per cui io mi occupo di tasse e tu di salario, non funziona nel mondo reale. Salario e tasse sono due facce della stessa medaglia. Chi si assume la responsabilità del governo deve avere a cuore i problemi e non le ricadute mediatiche. Non possiamo a fronte delle crisi avventurarci in una campagna elettorale di anni”, termina Margiotta.
Accanto al salario minimo il governo si appresta a varare anche le norme con cui definire la rappresentanza sindacale: “ma non sarà un club di pochi”. E’ il vicepremier, Luigi di Maio, a rassicurare così Confsal, Ugl, Cisal e Usb sulla portata del provvedimento che non penalizzerà le rappresentanze più piccole.
R.F.